domenica 3 maggio 2020

Recensione: Death Note


"No... in fondo l'ho sempre pensato... il mondo fa schifo, e se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti. E io... con questo quaderno posso far sì che ciò avvenga. Il problema è... la mia mente reggerà?" 




Titolo: Death Note
Autori: Tsugumi Ohba, Takeshi Obata
Volumi: 12 (serie normale) / 6 (black edition)
Per acquistarlo su Panini Comics

Trama
Light Yagami è un normale diciassettenne, oltre ad essere il miglior studente del Giappone e ad avere una mente brillante che lo porta verso un'incredibile carriera. Un giorno, però, la sua vita cambia quando si imbatte in un quaderno che sembra essere caduto dal cielo, intitolato "Death Note" e contenente una serie di regole. La prima? "La persona il cui nome sarà scritto su questo quaderno, morirà." 
Light è scettico, ma decide di tenere il quaderno e, spinto dalla curiosità, a provarlo, scoprendo che non si trattava di uno scherzo: il Death Note è davvero un'arma mortale lasciata cadere nel mondo degli umani da Ryuk, uno Shinigami (ossia un dio della morte) che, da quel momento, è costretto a seguire Light in quanto possessore del quaderno.
L'enorme potere che ha appena ricevuto non può andare sprecato: Light decide che renderà il mondo perfetto, senza malvagità, popolato solo da persone buone. Mentre mette in atto il suo proposito, iniziando a eliminare i criminali che vede al telegiornale, si assicura che sia ben chiara la presenza di qualcuno dietro quelle morti. Kira, così lo soprannominano in giro per il mondo: un dio killer dei malvagi, amato da molti ma che deve esser fermato. Nessuno meglio di Elle, un misterioso detective di cui nessuno conosce il volto, può assumersi la responsabilità del caso Kira.
Da qui comincia uno scontro psicologico tra i due, un'estenuante corsa che li porterà ad avvicinarsi sempre di più l'uno all'altro, fino a doversi confrontare faccia a faccia...


martedì 28 aprile 2020

I racconti di Dandelion: Dio dell'immagine e dell'apparenza




Dio dell'immagine e dell'apparenza





Non voglio credere che, alla fine, il momento che più ho temuto in tutta la mia vita sia arrivato… Certo, sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo, ma esserci davvero fa tutt’altro effetto.
È giunta la vecchiaia. Sono lontani i tempi in cui mi osservavo allo specchio e vedevo dall’altra parte una donna bella, soda, sprizzante gioventù da tutti i pori. Quel che vedo adesso non voglio neanche descriverlo.
Per fortuna ho sempre saputo che sarebbe stata dura: solo per questo ci sono arrivata ben preparata.
Ero ancora molto giovane quando capii che se non facevo qualcosa sarebbe finita male, e forse non meritavo di essere svegliata così presto dal mio sogno di eterna bellezza.
Avevo solo ventisei anni quando, per la prima volta, vidi l’Inferno con i miei occhi… troppo giovane, troppo giovane per soffrire così tanto. Nemmeno quando a diciott’anni mi ero rifatta il seno passando da una seconda a una quarta (abbondante) avevo provato tanto dolore.
Ricordo ancora l’orrore della prima volta che ne vidi uno. Mio marito mi trovò in lacrime, sulla poltrona in salotto. Si avvicinò gettando all’aria la valigetta (faceva il dirigente in banca, povero cuore, e guadagnava molto bene prima di morire d’infarto per lo stress dato che lavorava quindici ore al giorno). Credeva fosse accaduta qualche disgrazia a un nostro familiare… e la disgrazia in effetti era accaduta, ma ancor peggio, a me!
«Uh Gesù, Gisella, cos’è successo?» mi chiese, andando in panico, quando mi trovò col trucco sbavato e la testa tra le mani. Io alzai gli occhi gonfi di pianto, lo guardai e mossi le labbra impastate dalle lacrime senza riuscire a parlare, poi capii che sarebbe stato meglio fargli vedere.
Mi alzai dalla poltrona avanzando verso il tavolo della cucina, su cui riposava un paio delle mie pinzette per sopracciglia più consumate. Non avevo avuto il coraggio di toccare quell’orrore con le mie mani.
Glielo indicai con un cenno del capo, stringendomi forte le braccia in petto, tremando. Lui guardò.
In un primo momento non vide niente. Poi aguzzò lo sguardo e, appena lo notò, fece un balzo all’indietro.
Urlò, guardandomi pieno di terrore.
«Gisella, fiore mio, dimmi che ho visto male.»
Aveva visto benissimo.

domenica 26 aprile 2020

Recensione: Fahrenheit 451, Ray Bradbury



"Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive."



Titolo: Fahrenheit 451
Autore: Ray Bradbury
Pagine: 170
Per acquistarlo su Amazon

Trama
Guy Montag è un pompiere in una società in cui, invece di spegnere gli incendi, i pompieri li appiccano. Più precisamente ciò che deve bruciare sono i libri, oggetti obsoleti che ormai non servono più, anzi, potrebbero addirittura essere pericolosi: spezzerebbero l'incantesimo che avvolge i cittadini di quel regno incantato, dediti soltanto allo svago, tanto da avere nelle loro case intere stanze adibite a schermi in cui trascorrere intere giornate.
Montag ha fatto del suo lavoro una missione di vita finché, un giorno, non incontra una ragazza che gli fa mettere in discussione tutto e, di colpo, libera il suo cervello dall'offuscamento. L'incantesimo è spezzato: ormai Montag non può fare a meno di domandarsi come mai la gente continui a conservare libri in casa nonostante, così facendo, metta addirittura a rischio la propria vita. Cosa sono davvero i libri e perché per gli altri sono così importanti?
Pian piano la curiosità diventa ossessione e Montag inizia a calcare strade pericolose che lo portano verso la dissidenza...

venerdì 24 aprile 2020

C'era una volta un blog... e c'è ancora!

Tre anni fa (tradotto: una vita fa) scrivevo l'ultimo post su queste pagine. 
Da allora l'università e la mancanza di tempo e di voglia mi hanno tenuta lontana da qui, quasi portandomi a dimenticare l'esistenza di Dandelion... ma qualche tempo fa l'ho ricordato. Ho ricordato i pomeriggi, talvolta le notti passate a scrivere recensioni, a districarmi tra i mille impegni pur di riuscire a postare, e mi è venuta voglia di riprendere in mano questo mio piccolo spazio, arricchendolo per renderlo più vicino alla "Giovanna" del 2020.
Quindi, dopo un restyling e una riorganizzazione... eccomi qui!

Da oggi in poi, a cadenza settimanale, pubblicherò la recensione di un libro o un manga che ho letto (nella pagina Le mie recensioni) e un mio racconto (nella pagina I racconti di Dandelion).
Ogni tanto, senza scadenze, pubblicherò degli articoli speciali con chiacchiere e consigli sugli aspetti più disparati dell'editoria (piccolo spoiler: ho in lavorazione un post sull'impaginazione di un testo con Word) e, se ci saranno opportunità di collaborazione, creerò una pagina apposita in cui raccoglierle.

Se volete seguirmi su Instagram, dove posto immagini dei libri che leggo, potete trovarmi come @giovievan.autrice.

Ecco quali saranno le nuove etichette:







Al prossimo post! ❤



venerdì 1 dicembre 2017

Recensione 22: L'artista della morte, Michele Franco



"La malvagità è dentro di noi, ci accarezza, ci culla 
tra le sue lunghe e possenti braccia.
Nessun uomo ne è privo e la differenza 
consiste nella capacità di dominarla."


Nella recensione di oggi vi parlerò di "L'artista della morte", il nuovo thriller di Michele Franco (di cui ho già recensito K-35 qui).
Diamo uno sguardo alla trama.

Un feroce serial killer cattura due ragazze per volta e, dopo averle narcotizzate, ne uccide una, mentre costringe l'altra a guardare e la rilascia al termine del massacro. Perché fa così? Perché, poi, rischiare così tanto? Durante il corso delle indagini Giacomo Ranieri, un abile commissario, con l'aiuto di Elena Monni, testimone del primo delitto, viene a scoprire che l'assassino non considera quelle uccisioni degli omicidi, ma materia per completare la sua 'opera d'arte' ed i testimoni suoi critici. Inizia così una corsa contro il tempo per scoprire l'identità 'dell'artista della morte' e fermarlo, prima che concluda il suo 'capolavoro'.

lunedì 21 agosto 2017

Ciò che dovresti leggere: Only The Winds, Giorgia Vasaperna


Una nuova segnalazione per un romanzo uscito da poco, sequel di un'opera che ho già letto e recensito: Only The Winds, di Giorgia Vasaperna.
A voi la presentazione!

Dati:

Titolo: Only The Winds
Autore: Giorgia Vasaperna
Genere: Urban fantasy
Data di uscita: 25 giugno 2017
Casa editrice: Panesi Edizioni

mercoledì 13 luglio 2016

Recensione 21 - Fairy Oak [Il Segreto delle Gemelle], Elisabetta Gnone

Fairy Oak era un villaggio delizioso. Le case di pietra avevano verande e giardini fioriti, protetti da muri ricoperti di more e rose selvatiche…
  Salve! Quest'oggi, come vi avevo anticipato, vi presento una recensione in collaborazione con la casa editrice Salani, che molto gentilmente mi ha inviato le nuovissime edizioni di una delle opere più amate dai ragazzi: la saga di Fairy Oak, scritta da Elisabetta Gnone (mente, tra l'altro, del fumetto e cartone animato delle WITCH, che ricordo bene dalla mia infanzia...)

  Quello di cui vi parlo oggi è il primo volume della saga, Il segreto delle gemelle.
Fairy Oak è un villaggio magico e antico nascosto fra le pieghe di un tempo immortale. A volerlo cercare, bisognerebbe viaggiare fra gli altopiani scozzesi e le brughiere normanne, nelle valli fiorite della Bretagna, tra i verdi prati irlandesi e le baie dell'oceano. Il villaggio è abitato da creature magiche e uomini senza poteri, ma è difficile distinguere gli uni dagli altri, poiché maghi, streghe e cittadini comuni abitano le case di pietra da tanto di quel tempo che ormai nessuno fa più caso alle reciproche stranezze e tutti si somigliano un po'. A parte le fate, che sono molto piccole, luminose e... volano. Questa storia è raccontata da una di loro e narra l'avventura straordinaria di due sorelle gemelle, Vaniglia e Pervinca...
  La storia si ambienta in un villaggio fatato immerso in una terra lontana: si tratta di Fairy Oak, chiamato così proprio perché al suo centro si erge l'enorme e antichissima Quercia, un'abitante chiacchierona che veglia sul villaggio.